Il pittore si trasferisce allora in casa della sorella. Studia, legge, riflette, ma lavora senza intusiamo perchè, oltretutto, a Messina è estraneo all'ambiente culturale, non conosce la lingua e non riesce a vendere che qualche ritratto. Ne esegue uno al dott. Stuckart (la sorella di Stuckart verrà uccisa in un campo di concentramento), direttore di una industria di derivati agrumari, il quale soddisfatto, lo spedisce alla famiglia a Praga e ordina ad Hess un pannello pubblicitario per l'azienda che dirige, la Sanderson.
Hess si sente solo, e lo è disperatamente con le sue idee, oppresso - dice - da una società degradata e costruttrice di una civiltà che soffoca l'uomo. Finisce quasi con l'amare la sua solitudine nella quale l'unico amico ammesso è il forte vino siciliano che lo aiuta a soffrir meno per l'esilio dal suo mondo, e a sopportare l'inerzia.
E' la sorella che lo conforta ancora, riuscendo infine ad ritargli il coraggio di ripartire.
In Svizzera Hess rivede la moglie, che col suo cognome tedesco che suggeriva sinistri riferimenti politici, non era più riuscita a trovar lavoro. Decidono di divorziare, ma il processo verrà celebrato ad Innsbruck qualche anno dopo.
E' sempre operante nella Confederazione l'interdizione dalle pubbliche attività ai cittadini tedeschi, ma Hess, tramite alcuni amici, riesce a vendere qualche tela e parecchi acquerelli.
Con la speranza di non essere espulso, lavora di lena ed esegue alcuni ritratti in terracotta. Rivede a Basilea Jürg Spiller, un pittore svizzero conosciuto in Germania, il quale fa di tutto per facilitarne la vendita dei quadri e gli organizza una mostra a Zurigo presso la galleria Actuarius. Hess è costretto, però, a non firmare i quadri, ma è soddisfatto del lavoro che riesce a produrre: è in piena forma, sente di aver imboccato la via giusta nell'espressione artistica e, pur sapendo che in Germania correrebbe il rischio d'essere chiamato nuovamente alle armi, decide di partire per Monaco, spinto dal desiderio di mostrare al pubblico tedesco cosa è capace di fare adesso.
Ma dove sono le mostre, dove gli amici?
La vita culturale si è appiattita sotto il controllo del regime e la "Juryfreie" è stata sciolta dalla polizia che la considera un'associazione bolscevica. Va a cercare qualche amico nel suo rifuggio, nei paesetti nei ditorni di Monaco e trova ospitalità in casa di Franz Gebkardt, un suo vecchio compagno di accademia che aveva lasciato la vita artistica pubblica per ritirarsi nella ricca fattoria della moglie sul Chiemsee.
Durante una escursione a Oberwossen rivede Inge, moglie di Oasker Zeh, un artista suo amico suicidatosi a Monaco qualche anno prima. Inge era figlia della signora Mayer alla quale Hess aveva affrescato la cantina della villa sul Baltico. Adesso, dopo la tragica fine del marito e la morte della madre, Inge era stata costretta a trovarsi un'occupazione ed aveva aperto una trattoria in una zona turistica dei dintorni di Monaco.
E' un incontro cordiale, inatteso, traboccante di commozione come solo gli incontri in tempo di sciagure sanno essere, che riporta Hess indietro nel tempo, quando era vissuto alcuni mesi nella casa della ragazza a Wismar. Ma non è più quell'epoca spensierata: intorno scivola adesso un mondo di ombre e di sospetti e qualcuno segnala la presenza di Hess alla polizia che lo ferma e lo incorpora nel servizio civile. Non riesce ad andare a Lucerna per ritirare la grossa somma che Spiller aveva raccolto dalla vendita dei quadri, ma ha il tempo, due giorni appena, per tornare da Inge: le aveva promesso di affrescare una parete del locale con soggetti siciliani, come nella casa di Wismar dieci anni prima. E' un regalo che vuol fare ad Inge che è stata tanto cara con lui ed è un'occasione ancora per pensare alla bella isola lontana dove non sarebbe tornato mai più.