Messina tra Terra e Sogno
(Martedì 15 Dicembre 2015) - Salone degli Specchi - Palazzo dei Leoni - Messina
Càpita spesso di sorprendersi nel considerare quanto spesso Messina inciampi nella storia, ospitando eventi capitali di rilievo internazionale, grandi flotte che si raccolgono nel suo Porto per cambiare il corso delle vicende mondiali, Crociate o battaglie contro il Sultano che siano, incontri fondamentali e nascite di comunità e unioni fra stati, scoperte scientifiche di ricercatori stranieri o creazioni artistiche di lontani maestri passati da qui, forse, per caso.
Certo, la Città ha una storia importante (potremmo agevolmente inserirla fra le "brillanti seconde" di cui parlava Braudel, con Salonicco, Barcellona, Rotterdam, Marsiglia, ecc.); ma talvolta sembra piuttosto vocata alla fortunata casualità, i cui gorghi gettano su queste rive un Caravaggio in piena fioritura, un Metchnikoff che, attratto sullo Stretto da una colonia di scienziati stranieri, vi scopre la fagocitosi, un Goethe che – attentissimo osservatore di tutto il Belpaese – frettolosamente supera una Messina in rovina per il terremoto del 1783 confermando, a contrario, la singolare tendenza alla fama fortuita.
È ciò che accade con Christian Hess, pittore tedesco di fama tale da attrarre qui, oggi, le attente cure del Ministero degli Affari Esteri di Germania, della Commissione Europea, del Goethe Institut e dell'Associazione Italo Tedesca, oltre che gli entusiasmi di tanti amatori. Hess càpita a Messina più o meno per caso, negli anni trenta, fuggendo da una Germania ormai a lui ostile; a Lui che altrettanto casualmente era diventato tedesco.
Egli, infatti, era nato a Bolzano, o meglio nella Bozen asburgica del 1895, e grazie a un trasferimento della famiglia a Innsbruck dieci anni dopo, aveva mantenuto la cittadinanza austriaca anche dopo l'annessione dell'Alto Adige all'Italia nel 1918. Aveva anzi combattuto fra i tedeschi, sul Fronte occidentale nel settore belga. E dopo la guerra si era trasferito a Monaco, dove tanti destini si sono incrociati in quegli anni, a inseguire il suo talento artistico.
Nel frattempo la sorella Emma veniva invece attratta all'Italia quasi seguendo un suo destino di sud-tirolese; e uno di quei gorghi del caso di cui s'è detto sopra la portava giusto a Messina, per matrimonio. Ecco perchè a Messina giunge, dopo anni di peregrinazioni europee, Christian Hess; nel 1925, una prima volta, poi nel 1926 con una compagna, e nel 1934 con la moglie, per fare casa a Mili (e i villaggi della zona Sud sono, anche per altre vicende artistiche, una piccola Messina nella Città delle casualità e dei destini aggrovigliati). La moglie Cecilia rimarrà a Messina ben poco, probabilmente repulsa dal semplice villaggio marinaro di quegli anni dal proprio retaggio di ricca cittadina svizzera; Hess ci resterà fino al 1938, pur fra serie difficoltà economiche, repulso invece da una Germania ormai nazista che lo considerava artista "degenerato".
E rispetto a quelle "cose mostruose" (come da lui definite), persino l'Italia fascista restava un posto comprensivo e accogliente, soprattutto su una appartata spiaggia messinese.
Ciò nonostante, stregato dalla nostalgia per il suo Paese, dopo un passaggio in Svizzera dove vive vendendo sue opere non firmate per timore dei nazisti, nel 1939 torna a Monaco, e – ricevendo conferma alle sue paure – viene arruolato a forza nel Servizio civile (essendo malato ai polmoni e quasi cinquantenne e dunque inabile alla leva).
Affresca, a mo' di testamento artistico, le sale del palazzo comunale a Zirl sull'Inn, nel distretto di Innsbruck, dove incredibilmente riesce a ottenere la commessa.
E muore, inseguito dalla guerra, sotto un bombardamento alleato a Monaco, nel 1944.Decenni dopo, la fama di Hess è oggetto di riscoperta in Germania e di affettuoso oblio a Messina. Affettuoso perchè riscaldato dal ricordo dei suoi parenti ancora vivi, i discendenti della sorella Emma, e anche perchè un quadro finito chissà come negli uffici provinciali, un quadro che raffigura la Messina ricostruita a volo d'uccello, o forse osservata dal belvedere di Cristo Re, attrae da decenni gli sguardi ammirati dei dipendenti dipingendola come una città deserta e assolata, diremmo fatta d'aria, con atmosfere e ombre alla De Chirico e colori da Picasso Blu e Rosa.
E non manca, da anni, qualcuno fra i funzionari che dice ai colleghi che quel quadro piace a tutti perchè di mano talentuosa e illustre, e richiama su esso l'attenzione degli amministratori.
Fino al giorno in cui – stimolata dai parenti messinesi e da quell'impressionante novero di autorità tedesche citato poco sopra – la Provincia, nel frattempo diventata Città metropolitana, prende coscienza del tesoro obliato, ma di un sonno ricco di sogni, e si accorge anche del fatto che dell'opera di Hess rimane poco, per colpa della guerra e della vita travagliata ed errabonda dell'artista. E molto di quel poco è a Messina o in altre città italiane.
Si accorge anche che pochi artisti come Hess hanno saputo cogliere e valorizzare le luci e le atmosfere al contempo assolate e oniriche della Città e dello Stretto e che l'offerta dell'Ambasciata di Germania e dell'Associazione Italo-tedesca di organizzare una grande mostra a Palazzo dei Leoni per le festività natalizie del 2015 non può che essere colta al volo con entusiasmo.
Ecco come nasce questa esposizione; ecco (anche) perchè il suo titolo richiama una Messina "fra terra e sogno"; ecco come, ancora una volta, l'inseguirsi aggrovigliato delle casualità abbia portato sullo Stretto un grande artista europeo, di difficile definizione e ancor più ardua "catalogazione" (espressionista? Forse nemmeno) e sulle pareti di un nostro ufficio un suo quadro splendido, che sul retro, in cauda admiratio, nasconde – guarda il caso – un altro dipinto.
Filippo Romano
Commissario Città Metropolitana di Messina